Cosa ho fatto per meritarmi questo?
L’ho appena visto andare via da casa mia, o meglio, non visto. Non ho avuto il coraggio di guardarlo ancora; e di vederlo per l’ennesima volta così…trasandato, sciatto, con l’aria di “non me ne fotte un cazzo, non ho niente da perdere”.
Perchè lo sopporto? La paura. Di restare sola e aver perso anni della mia vita in un progetto non condiviso.
Sono stanca, di andargli sempre io incontro, di doverlo sempre giustificare, ascoltare, perdonare. Anche io ho i miei problemi, li ho avuti, li ho tuttora; sto male anche io.
E non per questo gli faccio pesare la mia situazione.
Gli ho solo provato in questo periodo a far capire che avevo bisogno di lui, ne avevo davvero bisogno. Di sentirlo vicino, di sapere che mi posso fidare di lui, che posso contare su di lui. Lui è ai primi posti, è tra le mie priorità. Io per lui dopo quante cose vengo? “stavo aiutando x a fare y, scusami, non ho avuto tempo di chiamarti”; “stavo scazzato, non ho avuto tempo di chiamarti”; “dormivo”…”non mi sentivo bene”…SCUSE!!!
Perchè non ammette che per lui sono un peso?
E’ un peso rendersi presentabile ai miei occhi? avere un comportamento da persona normale? considerarmi durante la giornata? Sembra proprio così.
Ho bisogno di fatti, di cambiamenti. Queste cose non vanno più bene.
Io mi chiedo solo perché insisti, perché butti via la vita in attesa di un improbabile cambiamento.
Se buttarlo fuori dalla tua vita significa ammettere di avere sprecato tanti anni, non è una colpa maggiore sprecarne altrettanti e più ora che hai coscienza del problema e ancora tanta vita da vivere?
ciao Diemme!
forse ti eri dimenticata di questa faccenda, ma io no, anche se la risposta si è fatta un po’ attendere.
Non ho certezze, sto rischiando molto in questa storia. Rischio di ritrovarmi con nulla in mano, lo so bene.
E’ solo che la persona di cui mi sono innamorata e che mi ha convinta a entrare nel suo mondo, ora non c’è più, sostituita da una sua pessima copia.
Nel tempo ha perso entusiasmo, obiettivi, voglia di costruirsi un futuro. E nel complesso di cose anche l’amore per la propria persona e la cura estetica.
Poi ho iniziato a capire quello che non volevo vedere. Lui non è cambiato per scelta, ma perchè proprio non sta bene. La sua “depressione” (utilizzo le virgolette perchè la mia è solo una ipotesi) non gli permette di vedere le cose belle della vita, e di conseguenza di sperare in un futuro per sè, e ahimè nostro. Gliene ho parlato tante volte, ma purtroppo in tutti questi anni io non ho mai preso in mano la situazione. Temevo il giudizio della sua famiglia, temevo di prendere una decisione troppo grande. Ma se lui non si decideva cosa potevo fare? Adesso penso che avrei fatto meglio ad intervenire, a costringerlo a rivolgersi ad un medico, e a curarsi. Non è normale sacrificare anni della propria vita in questo modo. Buttato a letto, sconfitto dal peso degli avvenimenti, incapace di reagire.
Ora, dopo l’ennesima minaccia (“se non pensi al tuo futuro, come possiamo pensare al nostro?”), finalmente c’è stata una resa. Ha ammesso di avere bisogno di un aiuto, farmacologico. Ci siamo rivolti ad un medico, che seppur approssimativamente, ha constatato uno stato depressivo-ansioso, prescrivendogli, non a cuor leggero, una cura farmacologica.
Non ha ancora iniziato ad assumerla. Ma almeno ora ho di nuovo la speranza di riavere indietro la persona che ho conosciuto ormai 8 anni fa.